Con la sfida contro le Fiamme Oro di sabato 30 gennaio, Abdoul Nourou Bance taglia il prestigioso traguardo delle 200 presenze in maglia bianconera. Un grande riconoscimento per un Leone con L maiuscola, cresciuto fin da bambino nel vivaio Lyons e che si è sempre distinto per il suo spirito di sacrificio in campo e per la grande umanità fuori dal rettangolo di gioco. La famiglia Lyons è fiera e orgogliosa di essere rappresentata da Nourou, e gli augura di potersi togliere ancora molte soddisfazione con la nostra maglia.
Per l’occasione, abbiamo fatto qualche domanda al nostro terza linea, per rivivere la sua esperienza in bianconero con uno sguardo anche al futuro.
1) Qual è il tuo primo ricordo legato ai Lyons?
Il mio primo ricordo legato ai Lyons è da ricondurre a Mario Dadati, che venne nella mia scuola a fare reclutamento. Non conoscevo il rugby ma decisi di provare, e mi sono trovato bene fin da subito sia con i compagni di squadra che nell’ambiente: all’interno della società tutti mi hanno sempre trattato bene tutti. Ho un ricordo particolare di una delle mie prime partite “importanti”: Era il torneo “Tre Leoni”, non sapevo bene cos’era ma venne a guardarci giocare tantissima gente, e io non capivo il perché. Ero spaventato ed elettrizzato allo stesso momento.
2) Cosa significa per te raggiungere 200 presenze in maglia Lyons?
Sinceramente non pensavo di poter raggiungere questo traguardo: inizialmente giocavo sopratutto per divertirmi e senza pensare alla mia carriera. Mi piaceva giocare, avevo un gruppo di amici fantastico e mi bastava quello. Ricordo ancora la prima convocazione: ero all’ultimo anno di settore giovanile e non mi aspettavo minimamente di poter esordire in prima squadra. Ero così nervoso che non chiusi occhio per tutta la notte e arrivai anche al vomito! Poi dopo la partita fui ancora più stupito del fatto che la società mi avrebbe dato un gettone di presenza: mai avrei immaginato di venire pagato, per me era puro divertimento!
Ai tempi la squadra era fantastica, e tutti mi accolsero aiutandomi al passaggio nei seniores. In particolare ricordo con affetto il Capitano, Matteo Rossi.
3) Il tuo ruolo è sempre stato quello di terza linea: Quale è il tuo rapporto con il tuo ruolo in campo e perché ti piace?
In realtà più volte gli allenatori hanno provato a spostarmi Tallonatore, ma con scarsi risultati. Anche perché a me non piaceva, io volevo solo stare in terza linea! I miei idoli fin da piccolo erano Serge Betsen, giocatore a cui mi ispiro tantissimo nello stile di gioco, e Richie McCaw, quindi volevo sempre avere il 6 o il 7 sulle spalle per essere come loro.
4) Ti senti di dare un consiglio ai nostri giovani Leoni che sognano di indossare la maglia della prima squadra?
L’unico consiglio che voglio dare ai ragazzi che iniziano a giocare è quello di divertirsi e dare tutto per i propri compagni. Queste sono le cose più importanti e il resto viene di conseguenza, saranno queste motivazioni a farvi andare lontano. Anche in questi momenti che sembrano molto difficili è importante tenere duro e pensare alle persone con cui si condivide la nostra passione e a cui vogliamo bene. Tutto il resto è meno importante.